Il futuro del lavoro è qui. Come farà la vostra azienda manifatturiera a non rimanere indietro?
Che ve ne siate resi conto o no, la vostra azienda manifatturiera è ora una società tecnologica. Indipendentemente dal vostro settore di specializzazione - automobilistico, elettronica, beni di consumo, chimico o dei metalli - se non vi siete ancora convertiti alla mentalità di una società tecnologica, rischiate di rimanere al palo rispetto alla concorrenza.
Ecco perché, oggi più che mai, è indispensabile avere personale qualificato, capace di sfruttare le tecnologie necessarie per far sì che l'azienda diventi un'eccellenza nel proprio settore.
E qui arriva la nota dolente. Il fatto che la maturazione della consapevolezza tra le imprese di tutto il mondo stia avvenendo nello stesso momento ha portato a un divario di competenze tra domanda e offerta che si allarga giorno dopo giorno.
Secondo i dati di IDC, in seguito alla crescente domanda di professionisti dei dati, circa 571.000 posizioni sono rimaste scoperte nel 2018, con un incremento del 10% nel divario di competenze di quel settore. Il nocciolo della questione è che esiste un’enorme domanda di personale qualificato e pochi posti di lavoro disponibili per persone non qualificate.
Quali sono i fattori alla base di questo divario?
In molti settori, il divario è stato una conseguenza della quarta rivoluzione industriale, la Industry 4.0 (I4), a cui si deve l'avvento di tecnologie e tendenze rivoluzionarie che hanno cambiato il nostro modo di vivere e lavorare. Per le aziende manifatturiere, la I4 è sinonimo di smart manufacturing, fabbriche intelligenti, produzione a luci spente e Industrial IoT.
Queste tecnologie si stanno evolvendo a una velocità tale da superare la capacità di adozione da parte dell’uomo. Questo, assieme alla difficoltà di acquisire e conservare i talenti, è uno dei motivi principali per cui le aziende si stanno affannando a colmare il divario.
Persone vs sistemi
Uno dei principali errori strategici che le aziende commettono oggi è pensare di poter stare al passo con l’I4 contando solo sulla tecnologia. A questo proposito, occorre fare una considerazione: nella classifica stilata dalla 22ma Annual Global CEO Survey di PwC, la “velocità dei cambiamenti tecnologici” è solo al nono posto tra le minacce più preoccupanti per i CEO, con un forte distacco rispetto alla “disponibilità di competenze chiave”, che si colloca al terzo posto.
Questo ci dice che troppe società non stanno aiutando le persone a stare al passo con i cambiamenti. Siamo diventati bravi a riconvertire processi, ma non abbastanza a riqualificare i dipendenti.
È importante dunque che le aziende forniscano continuamente ai propri dipendenti opportunità di apprendimento e sviluppo, affinché questi siano in grado di sfruttare al massimo le tecnologie.
Se lo si fa bene, ciò porta un duplice vantaggio: il primo è che sono le aziende a formare il proprio personale ad alto potenziale per colmare lo skill gap, riducendo la necessità di reclutare talenti esterni, cosa spesso difficile; il secondo è che, in questo modo, si aumenta il tasso di retention dei dipendenti in azienda.
Infatti, stando ai risultati del rapporto Global Human Capital Trends 2019 di Deloitte, il primo motivo che spinge le persone a licenziarsi è “l’impossibilità di imparare e crescere”.
Se si considera, inoltre, che per rimpiazzare un dipendente ad alte prestazioni soffiato dalla concorrenza occorre spendere l’equivalente del 200% della sua retribuzione annua, diventa subito chiaro quanto sia fondamentale che i dipendenti possano fare carriera internamente.
Non smettete di formare le persone
La buona notizia è che esiste una soluzione immediata che permette di conservare i propri dipendenti e colmare il divario di competenze: la crescita continua del personale.
Sono lontani i giorni in cui gli apprendisti acquisivano una competenza che gli sarebbe bastata per tutta la vita. Le competenze richieste alla manodopera industriale di oggi cambiano ogni mese e occorre fornire al personale strumenti di formazione aggiornati che li aiutino a stare al passo.
Esaminando i vostri programmi di formazione, potreste dire in tutta onestà che i vostri dipendenti dedicano un tempo sufficiente all’aggiornamento?
Probabilmente no. In media, un dipendente riceve appena 26 ore di formazione all’anno.
Considerato che questo è il tempo medio che uno studente di 15 anni dedica ogni mese ai compiti a casa, non c’è da stupirsi se lo skill gap si stia allargando a una velocità allarmante.
Ma offrire opportunità di apprendimento ai vostri dipendenti è facile come schioccare le dita. Così come le app per le tecnologie personali sono ormai parte integrante della nostra vita, anche le piattaforme di formazione devono diventare personalizzate e di utilizzo immediato per le persone.
Dovete portare il software per la formazione dei vostri dipendenti nel luogo in cui lavorano, integrandolo nel flusso del loro lavoro. Apprendere non è più un lusso: è una necessità.
E anche stavolta c’è una buona notizia: attraverso il processo di crescita continua, oltre a essere più felici, i vostri dipendenti si sentiranno anche più sicuri, diventeranno più produttivi e la vostra azienda potrà affrontare questo momento di svolta come una società tecnologica, equipaggiata al meglio per sostenere le sfide dell’I4 sul fronte della carenza di competenze.
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