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5 mutamenti significativi nel funzionamento della mente

E come sfruttarli per migliorare l’efficacia dei programmi di apprendimento


La società sta cambiando rapidamente, non c’è bisogno di sottolinearlo
La si può chiamare in tanti modi: la quarta rivoluzione industriale, l’era dell’informazione… l’etichetta non è importante. Ciò che importa è che parte del cambiamento è un mutamento fondamentale nel nostro modo di pensare, apprendere, lavorare e rilassarci. E non c’è dubbio che la tecnologia ricopra un ruolo significativo in questa metamorfosi, poiché sta creando nuove vie neurali: per questo forse sarebbe il caso di parlare non tanto di una rivoluzione industriale, quanto neurologica.


Oltre ai timori sulla quantità di tempo passato davanti a uno schermo dai bambini, la questione dei mutamenti indotti dalla tecnologia sul nostro cervello è di grande attualità. Se cercate online “Come la tecnologia modifica il cervello”, otterrete oltre 30 milioni di risultati. Per questo abbiamo voluto condividere 5 tendenze riguardanti il mutamento della nostra mente e capire come sfruttarle al meglio nell’apprendimento.

“I want it all and I want it now”
così cantavano i Queen. Ma volere tutto e subito è anche il mantra dei consumatori digitali, abituati all’immediatezza di email, social media, shopping online, notiziari 24 ore su 24 e motori di ricerca. Questa società della gratificazione istantanea sta forse influenzando anche il modo di funzionare del nostro cervello, riducendone la capacità di concentrazione. Microsoft ha condotto una ricerca sull’argomento, secondo cui la nostra curva dell’attenzione è scesa da 12 a 8 secondi.¹

È una teoria che ha senso.
Internet ci dà il potere di scegliere cosa acquistare, leggere, guardare o ascoltare. Se una fonte non ci soddisfa in pochi clic, passiamo rapidamente a un’altra. L’università di Amherst ha mostrato un buon esempio di questo atteggiamento con uno studio in cui si rivela che se un video impiega più di due secondi a caricarsi, gli utenti vanno altrove.² E anche quando troviamo contenuti che reputiamo interessanti, ne leggiamo solo il 20% o poco più.³ Già questi risultati sarebbero interessanti per le Risorse Umane, quanto meno per evitare la perdita d’interesse da parte dei potenziali candidati negli annunci di lavoro e nelle procedure di reclutamento online.

Internet funziona bene anche per promuovere soluzioni di apprendimento super veloci, come imparare il cinese per 5 minuti al giorno. L’aspettativa dell’apprendimento rapido è diventata la norma, insieme all’idea che qualsiasi competenza possa essere acquisita senza sforzo. Ed è importante rendersene conto, perché la gratificazione immediata potrebbe in realtà limitare il nostro potenziale di crescita. I ricercatori della Temple University hanno scoperto che la capacità di rimandare la gratifica immediata è tra le principali cause che determinano un livello di reddito più elevato.⁴

Se un video ci mette più di due secondi a caricarsi, gli utenti cliccano altrove.

Quindi, qual è la lezione che ne possiamo trarre?
La necessità di adottare modalità di formazione sempre accessibili, in grado di soddisfare le esigenze e gli stili di vita dei lavoratori. I programmi di apprendimento devono riflettere il modo in cui siamo abituati a scorrere rapidamente i testi per individuare i messaggi chiave. Insomma, un apprendimento che si inserisce alla perfezione nella vita quotidiana non è solo preferibile. È diventato imprescindibile.

Una memoria da rinfrescare

Si dovevano imparare i numeri
La quantità di numeri telefonici che conosciamo dipende probabilmente dalla nostra età. Prima dell’esistenza dei cellulari, i numeri di telefono si imparavano a memoria. Per chi è nato dopo, basta semplicemente toccare un pulsante. È un problema? Forse, per le implicazioni sulla nostra memoria e la capacità di pensiero critico che ne derivano.

Gli psicologi delle università di Harvard, Columbia e Wisconsin hanno scoperto che Internet è diventato “una sorta di memoria esterna o transattiva”. Le persone dimostrano capacità mnemoniche inferiori sapendo di avere accesso a informazioni online, ma sviluppano anche una migliore memoria su dove accedervi.⁵

Questo non significa che il nostro cervello non è più dotato della capacità di ricordare, ma solo che non la utilizziamo. E il ruolo della memoria per il cervello non è da sottovalutare. Una ricerca svedese ha svelato che il cervello degli studenti dell’accademia di interpretariato per le forze armate è cresciuto dopo essere stato sottoposto a una formazione linguistica intensiva, dimostrando l’importanza di esercitare la memoria.⁶

Cosa significa per l’apprendimento e la formazione?
Che forse sarebbe meglio scartare quel tipo di formazione che si concentra sull’erogare grandi quantità di informazioni, poiché la nuova generazione di lavoratori potrebbe metterne in discussione l’utilità. Le aziende devono, invece, impegnarsi a fornire al proprio personale le competenze per accedere, valutare e agire in base alle informazioni, invece che semplicemente riportarle alla memoria. Ma contemporaneamente devono anche fare in modo di offrire know-how approfondito, coinvolgendo i lavoratori attraverso l’apprendimento continuo e la gamification.

Gestire i comportamenti

La pubblicità, la propaganda politica, il settore del self-help:
tutto ci induce a pensare di avere il pieno controllo delle nostre vite. Ma l’esperienza personale ci dice altrimenti. L’incertezza politica, sociale ed economica crea insicurezza. E non è una sensazione infondata, se il 62% dei dirigenti pensa che dovrà riqualificare o sostituire oltre un quarto del personale da ora al 2030 a causa dell’automazione e della digitalizzazione.⁷

Ma come si fa a riprendere il controllo nell’era dell’insicurezza?
Per esempio, costruendosi un valore attraverso l’istruzione. Un concetto particolarmente importante quando le conoscenze diventano rapidamente datate come oggi. In questo nuovo contesto, le soft skill trasversali si rivelano fondamentali, così come la capacità di adattamento, la riqualificazione e il rapido aggiornamento delle conoscenze.

Imparare a essere un buon leader, sviluppare l’intelligenza emotiva e nutrire la creatività sono competenze importanti in tutti i settori, che non saranno mai sostituite dall’intelligenza artificiale o dall’automazione. Come ha affermato Jack Ma, fondatore di Alibaba:

“La saggezza è una prerogativa degli esseri umani, non delle macchine”. La formazione nell’ambito di strumenti collaborativi come Slack e pratiche di lavoro agili come Scrum stanno già fornendo alle persone un vantaggio competitivo. Allo stesso tempo, le aziende devono trovare il giusto equilibrio tra offrire ai lavoratori il controllo sul proprio apprendimento e conservare il controllo su ciò che apprendono. In futuro, la tecnologia ci aiuterà a raggiungere questo obiettivo e a integrare i programmi di formazione e apprendimento creando contenuti più personalizzati ed efficaci, basati su dati più accurati.

62% dei dirigenti è convinto di dover riqualificare o sostituire più di un quarto della forza lavoro entro il 2030

Una mentalità aperta

Come fai a sapere di quali competenze hai bisogno?
“Alla lunga l’automatizzazione creerà lavori migliori, diversi, lavori che fino a ieri non si potevano fare, creando dunque ulteriore valore aggiunto. Ma tutto questo sta avvenendo troppo velocemente”16. L’affermazione del Prof. Luciano Floridi racchiude perfettamente molte delle questioni che lavoratori e formatori si trovano ad affrontare. Perché, se tutto cambierà nel giro di 5 anni, come è possibile sapere quali saranno le competenze fondamentali?

Guardando al futuro, forse è il caso di iniziare a prendere in considerazione le aziende e i prodotti innovativi sbarcati sul mercato negli ultimi 25 anni, come Amazon, Google e Facebook. Per non parlare di iPhone, Netflix e Skype. O dei lavori che esistono grazie a queste innovazioni: content marketer, SEO specialist, sviluppatore di app, progettista UX e data scientist.

Se i cambiamenti avvenuti negli ultimi 25 anni hanno generato tutte queste innovazioni, cosa significheranno per i lavoratori i mutamenti ancora più rapidi provocati da intelligenza artificiale, informatica quantistica, internet delle cose, social e big data? Google, IBM e una manciata di start-up si stanno già sfidando per creare la nuova generazione di computer quantistici7. E secondo una ricerca svolta da Boston Consulting Group, l’83% degli intervistati considera l’IA una priorità strategica.⁸

La verità è che non sappiamo cosa ci riserva il futuro.
Certamente non è solo questione di esuberi. Ma di settori e prodotti nuovi, e di mentalità più agili, flessibili e aperte, in grado di sfruttarli al meglio. Per citare nuovamente Jack Ma: “Le nuove tecnologie cancelleranno molti lavori. Ma ne creeranno altrettanti. La domanda da porsi è se siamo pronti e qualificati per questi nuovi lavori”.9 E se il futuro è incerto sia per i lavoratori sia per le aziende, possiamo intanto implementare sistemi di apprendimento rapidi e flessibili, in grado di tenere il passo con ciò che verrà.

Calma e sangue freddo

Il capo viene a casa con te?
Sei reperibile a qualsiasi ora? O sei talmente ossessionato dal lavoro da non potertene staccare? Non è la descrizione di uno stacanovista, ma semplicemente la realtà del lavoratore iperconnesso di oggi.

Il sovraccarico di informazioni e di lavoro è il rovescio della medaglia di una società sempre connessa, che può avere ripercussioni importanti sul benessere del personale. E forse non è una coincidenza se, in Europa, un’assenza dal lavoro su quattro è causata dalla depressione mentre per i lavoratori italiani lo stress è tra le principali cause di malattia.¹⁰

Allo stesso tempo, l’accesso continuo alle informazioni genera uno svolgimento del lavoro più superficiale, poiché debilita la nostra concentrazione. Recenti ricerche dimostrano che oggi i lavoratori pensano ad altro invece che ai compiti da svolgere per quasi metà del tempo lavorativo.¹¹
Ma non solo: il tanto celebrato multitasking diminuisce la curva dell’attenzione secondo i ricercatori di Stanford, i quali hanno scoperto che chi cercava di svolgere una serie di test simultaneamente aveva un controllo minore sui propri livelli di attenzione rispetto a chi semplicemente completava un test dopo l’altro.¹²

Oggi i lavoratori pensano ad altro invece che ai compiti da svolgere per quasi metà del tempo lavorativo

Il successo di mindfulness e benessere
è una chiara tendenza che cerca di affrontare questi problemi. Trovare il tempo per concentrarsi sullo sviluppo personale è di vitale importanza per resettare il cervello e assicurarsi che rimanga nella condizione migliore. Non solo per lavorare con più impegno, ma per una migliore qualità della vita.

Mindfulness e meditazione avviano un circolo virtuoso. Col tempo, la pratica della meditazione può aiutare la mente a non divagare. E la capacità di concentrarsi per tempi più lunghi è stata collegata a sentimenti di felicità.¹³

La felicità dei lavoratori è diventata un elemento fondamentale nel successo aziendale. Un nuovo studio della Social Market Foundation ha rivelato che lavoratori più felici sono anche più produttivi.¹⁴ E il tempo dedicato allo sviluppo personale potrebbe avere effetti più estesi. In una società che sembra diventare più egoista, programmi incentrati su mindfulness, gentilezza e cooperazione promuovono l’intelligenza emotiva e valori condivisi, di cui beneficiano persone, collettività e luoghi di lavoro.

La morale? Visti i vantaggi derivanti dalla riduzione dello stress e il maggior benessere dei lavoratori, tali tecniche dovrebbero diventare un elemento essenziale di tutti i programmi di apprendimento.

Lezioni di sopravvivenza

Non dobbiamo avere timore di stimolare la mente.
E nemmeno della tecnologia. Le due cose sono sempre andate di pari passo nel corso della storia. Linguaggio, scrittura, televisione e Internet sono innovazioni tecnologiche che ci hanno permesso di condividere le conoscenze. Ma la carta stampata è stata temuta da molti, la televisione doveva distruggere la società e i videogiochi rovinare i giovani, nonostante recenti ricerche dimostrino che invece stanno insegnando loro ad accelerare il processo decisionale e ad apprezzare il lavoro di squadra.¹⁵

Ciò che conta è la nostra capacità di adattamento. La flessibilità sarà fondamentale. Così come un tipo di formazione incentrato sulle persone, in grado di creare percorsi di apprendimento su misura che sappiano affrontare l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Le aziende che adotteranno un sistema di formazione intelligente sapranno coltivare i lavoratori che inventeranno la nuova generazione di prodotti. Ma per ottenere questi obiettivi, occorrerà creare una cultura dell’apprendimento caratterizzata da vantaggi chiari, opportunità accessibili e benessere integrale.

È proprio il caso che i vostri migliori cervelli comincino a pensarci.

Cominciate da qui

1. Promuovete l’impegno all’apprendimento frazionandolo in pacchetti più piccoli e accessibili.

2. Fornite ai lavoratori le competenze per accedere alle informazioni invece che memorizzarle.

3. Generate un riassetto delle competenze verso soft skill trasversali che non diventeranno obsolete.

4. Incoraggiate un apprendimento agile e un atteggiamento positivo e aperto a nuove competenze.

5. Appoggiate programmi di benessere per ridurre lo stress, migliorare la felicità e promuovere la produttività.

Citazioni

1. http://dl.motamem.org/microsoft-attention-spans-research-report.pdf
2. https://people.cs.umass.edu/~ramesh/Site/HOME_files/imc208-krishnan.pdf
3. https://www.nngroup.com/articles/how-little-do-users-read/
4. https://www.sciencedaily.com/releases/2018/09/180903101741.htm
5. http://science.sciencemag.org/content/333/6043/776
6. https://www.sciencedaily.com/releases/2012/10/121008082953.htm
7. https://www.wired.co.uk/article/quantum-computing-explained
8. https://www.entrepreneur.com/article/305412
9. https://futurism.com/jack-ma-the-way-we-teach-is-going-to-make-our-kids-lose-jobs
10. https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/neuroscienze/assenze-dal-lavoro-una-su-4-per-depressione
http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2018/03/22/il-40-dei-lavoratori-italiani-e-stressato-
vorrebbe-cambiare_cae4f89a-3ec7-40de-8d17-7dd64fa4544b.html
11. Hasenkamp & Barsalou, 2012; Mrazek et al., 2013; Killingsworth & Gilbert, 2010
http://oxfordmindfulness.org/news/mindfulness-workplace-effective-challenges/
12. https://news.stanford.edu/2009/08/24/multitask-research-study-082409/
13. http://fortune.com/2015/10/29/happy-productivity-work/
14. http://www.smf.co.uk/wp-content/uploads/2015/10/Social-Market-Foundation-Publication-Briefing-CAGE-4-
Are-happy-workers-more-productive-281015.pdf
15. https://www.webmd.com/brain/news/20100913/action-video-game-help-decision-making#1
16. https://www.economyup.it/fintech/luciano-floridi-io-filosofo-vi-spiego-gli-effetti-della-digital-transformation-sul-mondo-delle-imprese/

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