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LGBT+ History Month Italia: quando in azienda diversità fa rima con inclusività

Dopo quasi 30 anni di attesa, quest’anno ad aprile è arrivato anche in Italia il primo LGBT+ History Month, un intero mese dedicato alla celebrazione della lotta per i diritti civili, per l’autodeterminazione e contro l’omotransfobia attraverso iniziative diffuse in tutta Italia. Obiettivo: combattere stigmi e pregiudizi e far crescere la consapevolezza e la conoscenza della storia della comunità arcobaleno come punto di partenza per un dialogo sull’identità, i diritti conquistati e le battaglie a venire per la comunità LGBT+ italiana.

La proposta di celebrare per un mese intero la storia della comunità LGBT venne lanciata negli Stati Uniti nel gennaio del 1994 dall’insegnante Rodney Wilson, ispirato da due importanti precedenti: l’istituzione del Black History Month (1970) e del Women’s History Month (1978). Nei mesi di febbraio e marzo, infatti, si celebravano, e si celebrano ancora oggi, rispettivamente la storia afro-americana e la storia delle donne. Attraverso l’LGBT History Month, Wilson voleva ricordare la storia della comunità LGBT per stimolarne l’autodeterminazione, incoraggiare la lotta per l’eguaglianza giuridica e sociale e contrastare l’omobitransfobia.

Celebrato in mesi diversi in diversi paesi del mondo, l’History Month è approdato in Italia nel mese di aprile in onore della prima manifestazione pubblica organizzata a Sanremo dalla comunità gay e lesbica italiana proprio nell’aprile del 1972, esattamente 50 anni fa.

E quale migliore occasione dell’LGBT+ History Month Italia per riflettere su quanto la diversità in azienda sia fonte di ispirazione continua e di crescita?

In ambito professionale, non vi sono infatti ormai più dubbi su quanto la diversità sia una ricchezza sia per le aziende sia per i lavoratori. Che si tratti di diversità culturale, generazionale, religiosa, di genere o di orientamento sessuale, la diversità contribuisce in maniera decisiva a creare un ambiente di lavoro stimolante e dinamico. Ecco perché oggi le aziende sono sempre più sensibili a questa tematica e sempre più orientate verso l’adozione di politiche strutturate di Diversity & Inclusion.

Così, nel momento in cui è diventato chiaro quanto una gestione efficace della diversità potesse produrre innumerevoli benefici, in ambito aziendale si è affermato il cosiddetto Diversity Management, ossia quell’insieme di politiche volte a gestire la diversità degli individui e dei gruppi sociali nell’ambiente di lavoro con lo scopo di valorizzare il contributo unico che ciascun individuo può apportare per il raggiungimento degli obiettivi aziendali in risposta alle sfide e alle continue trasformazioni della società e del mercato. Si tratta di un approccio alla gestione delle risorse umane finalizzato alla creazione di un ambiente di lavoro inclusivo, tale da favorire l’espressione del potenziale di ciascuno, combattere la discriminazione e incentivare la libera espressione di tutti gli individui in un’ottica migliorativa della produttività dei singoli e dell’efficienza complessiva dell’organizzazione.

I vantaggi di un ambiente di lavoro inclusivo

Gli effetti benefici della possibilità di liberarsi da pregiudizi e luoghi comuni che impediscono di cogliere la bellezza e le opportunità derivanti dal confronto con altri modi di vivere la vita privata e familiare non possono più essere sottovalutati. Ma quali sono questi benefici? Eccone alcuni esempi

  • Incremento dell’innovazione e della produttività. Lavoratori con background diversi portano all’interno del gruppo di lavoro competenze ed esperienze che non solo contribuiscono al miglioramento delle performance, ma favoriscono anche lo sviluppo di idee innovative. In un contesto inclusivo i collaboratori sono più motivati e, quindi, produttivi.
  • Aumento della creatività. La molteplicità delle prospettive che background diversi ed esperienze di vita variegate portano con sé genera modi di pensare e lavorare “out-of-the-box”: la diversità, dunque, genera naturalmente creatività.
  • Miglioramento della reputazione e dell’immagine aziendale. Un’azienda che sceglie di investire nella valorizzazione delle diversità ha la grande opportunità di fare dell’ambiente di lavoro inclusivo il proprio elemento distintivo rispetto alla concorrenza, migliorando così la propria percezione pubblica.
  • Attrazione delle risorse migliori. Un’azienda che abbraccia la diversità promuove un’immagine positiva di sé ed è, perciò, in grado di attrarre un ampio numero di candidati interessati ad accrescere le proprie potenzialità in un ambiente di lavoro dinamico. Ed è ovvio che maggiore è il numero dei candidati, maggiori sono le possibilità di reperire talenti da assumere, desiderosi di esprimere la propria diversità e di contribuire, quindi, all’innovazione e al cambiamento.

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